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TICINOGrande Lugano: fuori i 'poveri', dentro i 'ricchi'

13.04.11 - 14:53
Affitti alle stelle e cittadini scontenti nella città-faro dell'economia cantonale. Sindaco e vice sindaco messi alle strette in un'intervista esclusiva
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Grande Lugano: fuori i 'poveri', dentro i 'ricchi'
Affitti alle stelle e cittadini scontenti nella città-faro dell'economia cantonale. Sindaco e vice sindaco messi alle strette in un'intervista esclusiva

LUGANO – Un minimo di 2000 franchi al mese. È quanto serve per abitare in un appartamento di Lugano centro e dintorni. Mentre un po’ ad ogni angolo spuntano stabili di lusso, da Palazzo Baroffio a Palazzo Mantegazza tanto per citare due esempi, sorge spontanea una domanda: dove sta andando la Città? Verso quale target sta puntando? La notizia del recente arrivo di un nuovo milionario sulle rive del Ceresio non rappresenta certo una prova. Ma un indizio forse sì. Fuori i ‘poveri’, dentro i ‘ricchi’, insomma. Troppo azzardata come analisi? Abbiamo girato l’interrogativo, di strettissima attualità, al sindaco Giorgio Giudici e al vice sindaco Erasmo Pelli. “Lugano – sostiene Giudici – è sempre più gettonata da persone di classe medio-alta. Gente che cerca tranquillità e discrezione e che è disposta a pagare molto per ottenerle”.

Allarme - Poche settimane fa il Partito Socialista aveva lanciato l’allarme in tutta la Svizzera: gli affitti nelle città e negli agglomerati elvetici sono aumentati del 60% in dieci anni. E Lugano non fa eccezione. “Il fatto è che la domanda è molto alta – spiega Pelli –. Supera di gran lunga l’offerta. Addirittura per gli appartamenti dell’Ex Palace sembra che ci sia una lunghissima lista d’attesa”. “Conta molto anche la vicinanza con i servizi – gli fa eco Giudici –. Con queste premesse è logico che i proprietari di immobili ‘giochino’ con i prezzi, alzandoli sempre di più”.

Anonimato – Lugano è il motore economico del cantone. E il continuo afflusso di contribuenti ‘importanti’ non fa che accrescere questa fama. Ancora Pelli: “So che sono arrivate diverse persone benestanti nell’ultimo periodo. Altre ne arriveranno. Portano molti soldi nelle nostre casse ovviamente. Questa gente spesso cerca l’anonimato e sa che a Lugano può trovarlo. Trovo quindi scorretto parlarne ai quattro venti come fa ad esempio Giuliano Bignasca”. “Lugano deve essere una città per tutti – aggiunge Giudici –. Ma anche per i ricchi. Perché senza i ricchi non stiamo a galla. Bisogna essere onesti”.

Problema – L’altra faccia della medaglia mostra uno scenario piuttosto desolante. I ‘luganesi’ vivono sempre meno la città. Dopo le 18, quando gli uffici sono chiusi, Lugano è sempre più vuota. “È in parte vero – conferma Pelli –, ma è il prezzo da pagare se vogliamo continuare a essere attrattivi per persone di un certo target. Trovo comunque che, grazie alle iniziative di bar ed esercenti, soprattutto verso la fine della settimana ci sia un certo movimento in città”.

Investimenti - La discussione è accesissima ed è già stata trattata più volte in Municipio. “Ne siamo consapevoli – annuisce Giudici–. Bisogna trovare delle soluzioni anche per i cittadini appartenenti al ceto medio-basso. Ci vuole più equilibrio”. “A Lugano – sostiene Pelli – ci sono alcune zone su cui vale la pena intensificare gli investimenti: quella di Cornaredo e quella della strada che, salendo dallo stadio, porta all’ospedale Civico. Già oggi da quelle parti ci sono appartamenti con prezzi più abbordabili. Ci sono i margini per costruire ancora. Personalmente, inoltre, abbatterei le case del ’48 per creare nuovi stabili a carattere popolare”. E di nuovo Giudici: “Altre zone interessanti sono quella di Viganello nei pressi dei servizi comunali e quella di Pregassona nei dintorni del deposito dei bus. Valuteremo se e come intervenire”.

Ghettizzazione - A Giudici a questo punto chiediamo se non ci sia il rischio di ‘ghettizzare’ la città di Lugano, creando zone per cittadini di serie A e zone per cittadini di serie B. “Da una parte è un rischio che dobbiamo correre se vogliamo continuare a essere attrattivi per determinati personaggi. Dall’altra va detto che con la Grande Lugano quello che un tempo era periferia, oggi è comunque città. Il rischio di creare disparità è ridotto”.

Patrick Mancini
 

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